… l’euforia della prima serata in assoluto dei MALDITESTA fece sì che la soddisfazione aumentasse ancora di più: infatti l’incasso dell’offerta libera aveva permesso di realizzare un piccolo progetto che ci stava a cuore … … una signora sola era passata a miglior vita in modo cruento e purtroppo, causa l’assenza di familiari, non aveva nessuno che le potesse mettere un fiore dove riposava; quando dopo circa un mese vedemmo al posto della terra spoglia un manufatto in marmo degno dello spirito libero della persona che era mancata, pensammo che almeno da un certo punto di vista le nostre baracche e le nostre canzoni avevano prodotto qualcosa di gratificante … … nonostante tutto anche se le canzoni erano state apprezzate dal pubblico di quella prima serata, ne avevamo poche, 5 o 6, e poi le suonavamo in modo grezzo e gli arrangiamenti erano pressochè inesistenti … … ma quello che contava era l’entusiasmo di creare qualcosa di nostro, di originale, che non aveva mai cantato nessuno, e per un periodo abbastanza lungo pensammo solamente a buttare giù delle idee musicali e degli argomenti sui quali costruire i brani, senza scartare nessuna idea o argomento a priori … … parallelamente alla costruzione dei brani stava succedendo una cosa abbastanza insolita per un paese di montagna come il nostro, dove la musica era intesa come valzer, mazurca e polca e dove la gente più che i Pink Floyd apprezzava gli sposalizi e i veglioni di carnevale: i ragazzi più o meno della nostra età cominciarono a volere cantare con noi delle canzoni di successo dell’epoca e diventò buona abitudine la domenica pomeriggio andare tutti nell’officina dei MALDITESTA (per la gioia del padrone di casa) a cantare le canzoni … … beh, cantare non era il termine più appropriato, vista l’attività frenetica del nostro fido cantiniere Lisino (considerato un MALDITESTA a tutti gli effetti anche se non praticante … ecco … sulla falsariga politica degli allora “Ministri senza Portafogli) che più che alla musica badava a mantenere sempre i bicchieri pieni di chiunque entrasse in quell’ambiente … ... ma il bello doveva ancora venire … |
Malditesta (c) SIAE Zaccaria Mario